Art Bears
WINTER SONGS
Recommended 1979
Dopo aver pubblicato HOPES AND FEARS, e scioltisi definitivamente gli Henry Cow, gli Art Bears di Dagmar Krause, Fred Frith e Chris Cutler entrano in studio per registrare il loro secondo lavoro, WINTER SONGS. In realtà possiamo considerare quest’ultimo come il loro vero e proprio primo album perché registrato solo in trio e senza più la presenza del gruppo madre, appunto gli Henry Cow. Il disco è ispirato alla facciata della cattedrale di Amiens e gran parte dei brani ne descrive alcuni bassorilievi. Pur non essendo propriamente un concept, le musiche di Frith, i testi di Cutler e la stupenda e teatrale voce di Krause ci accompagnano in una sorta di visita alla cattedrale con evidenti implicazioni filosofiche e politiche. E’ un disco di canzoni ma qui la struttura è trattata in modo radicale pur non rinunciando ad evidenti e suggestivi momenti di cantabilità.
L’inizio inquietante, con organo e voci sovrapposte, ci introduce immediatamente alle atmosfere prevalenti dell’intero album: atonalità, spazi, spigolosità, aree melodiche all’interno di estetiche prog. Le 14 canzoni alternano elementi dissonanti a richiami agresti conturbanti, con The Skeleton che approccia una danza funerea in 6/8 o la splendida melodia di The Hermit caratterizzata da una chitarra acustica che ricorda le delicate atmosfere del folk inglese. Lo spazio scuro e tenebroso di Gold fa da contrasto al ritmo regolare e dal sapore jazz rock di The Summer Wheel, fino ad arrivare al commiato triste e sussurrato di Three Wheels. Il disco è stato registrato nello studio Sunrise di Etienne Conod e l’impostazione e la configurazione dei suoni è stata stabilita prima della registrazione senza effettuare nessun lavoro di post produzione. Un disco cardine del Rock In Opposition.
pop