La Cosmogonia del pianeta Gong
La trilogia di Radio Gnome Invisible, oltre ad avere
un’omogeneità e un filo conduttore musicale, ha un contorno testuale e storie
che, per quanto bizzarre e confuse, corrono attraverso i tre dischi. Ideatore
del mondo gonghiano è Daevid Allen, che costruisce intorno
alla musica un universo fantastico fatto di simbolismi, stramberie
psichedeliche, personaggi e avventure fiabesche. Il tutto sempre avvolto da
grande ironia, elemento che accomuna un po’ tutta la scena di Canterbury. L’invenzione di un mondo
fantasy associa i Gong agli altri
grandi alfieri dello space rock, gli Hawkwind,
e al loro mentore letterario, Michael
Moorcock, scrittore di fantascienza
e autore di molti testi del gruppo.
Ma per Daevid Allen la costruzione di questa cosmogonia è qualcosa di più
di un’opera letteraria. Sembra quasi essere un involucro nel quale
l’australiano vuole inserire la sua filosofia di vita, reinterpretarla e
reindirizzarla alla luce delle coordinate del pianeta Gong. E’ come se avesse traslato le sue esperienze in un altro
mondo che per lui è veramente presente, vivo, e non solo un artificio
letterario. O forse, ipotesi altamente probabile, è soltanto un grande e
spettacolare scherzo di un geniale folletto alle prese con la vita.
L’australiano fa risalire alla
Pasqua del 1966 la sua prima visione del pianeta Gong che, già nei precedenti lavori prima della trilogia, inizia a
lanciare timidi segnali di apparizione. Su Camembert
Electrique compare per la prima volta la dea lunare Selene e su Magick Brother,
in Gong Song, viene introdotta
approssimativamente la mitologia del pianeta e dei suoi Pot Head Pixies.
Ma ovviamente con Flying Teapot abbiamo il vero inizio
della storia.
Radio Gnome è una sorta
di radio pirata telepatica che trasmette da una teiera volante proveniente dal
pianeta Gong. Questa teiera atterra
in Tibet sul tappeto di preghiera di Lawrence
l’alieno il quale, leggermente turbato, improvvisa una danza con i suoi
tamburi.
La teiera è colma di folletti chiamati Pot Head Pixies che rimangono affascinati dal loro primo incontro
con un terrestre. Il grande yogi Banana
Ananda porta in salvo i Pot Head
Pixies e li presenta alla banda. Poi arrivano i Grandi Saggi, detti Dottori
dell’Ottava che diffondono subliminali
e segrete saggezze attraverso la macchina di cristallo. Solo Zero The Hero poteva essere in grado di
interpretare quei messaggi e canta per i folletti una canzone d’amore e
devozione. Ma i Pot Head Pixies non
vogliono essere adorati e portano Zero
attraverso la terra di Scat e i campi
magnetici di Bad De Grasse (il
soprannome di Didier Malherbe), dove Zero vede una teiera volante e incontra la strega Yoni che seduce tutti con un flusso
incantato. Poi canta la sua canzone I Am
Your Pussy, con un dingo che le offre
fish and chips.
Questa è la storia che appare
all’interno della copertina di Flying
Teapot e che presenta alcuni protagonisti della trilogia. Zero The Hero è il personaggio principale, che abbandona la sua
vita ordinaria grazie ad una visione in Charing Cross Road a Londra e decide di
fondare il culto di Cock Pot Pixie,
il primo Pot Head Pixie a sbarcare
sulla Terra. Lo yogi Banana Ananda,
lo yogi della birra che vive in una caverna in Tibet.
I Pot Head Pixies, gli abitanti del pianeta Gong che viaggiano all’interno di una teiera volante. Yoni,
la buona strega che serve la divinità lunare Selene. I Dottori Dell’Ottava,
i saggi protettori del pianeta Gong.
A questi personaggi vanno aggiunti un allevatore di maiali egittologo, Mista T. Being, e un venditore ambulante
di teiere antiche dal nome Fred The Fish.
Costui vende un orecchino magico, in grado di captare i segnali del pianeta Gong irradiati da Radio Gnome, all’allevatore e insieme si recano in Tibet dallo yogi
Banana Ananda.
La storia continua su Angel’s Egg e vede Zero The Hero fluttuare nello spazio dopo aver bevuto una pozione
magica. Sul pianeta Gong conosce una
prostituta che lo presenta alla dea lunare Selene
mentre i Pot Head Pixies gli spiegano come riescono a
volare sulle teiere volanti. Zero
viene portato al Tempio Invisibile
del pianeta Gong dove ci sono i 32 Dottori Dell’Ottava e gli viene
rivelato un grande piano. Zero dovrà
organizzare sulla Terra un grande banchetto di freaks e a ciascuno di loro
verrà dato un terzo occhio dal Dottore
Dell’Ottava della Terra, Switch
Doctor, il quale vive presso l’Invisible
Opera Company Of Tibet. Il terzo occhio è proprio Angel’s Egg, un mandala che sarà il simbolo dei Gong e che prefigura l’avvento di una
Nuova Era sulla Terra.
Con You termina la saga di Radio
Gnome Invisible. Zero fa ritorno
sulla Terra e chiede a Hiram il
capomastro come costruire il proprio Tempio
Invisibile. Poi organizza il banchetto di freaks sull’isola di Everywhere e lo Switch Doctor fornisce il terzo occhio a
tutti gli invitati eccetto proprio Zero
che si è lasciato sedurre dalla Torta Di
Frutta di Banana Ananda e per
questo è costretto a ruotare sul ciclo della nascita e della morte
avvicinandosi lentamente all’Angel’s Egg,
il terzo occhio.
Questo universo fantasy, ricco di
messaggi e stravaganze assortite, viene declinato attraverso i brani dei tre
dischi in un fluire spontaneo, gioioso, quasi a voler mostrare all’ascoltatore
la naturalezza e la veridicità delle avventure di Zero e del pianeta Gong.
E’ un’impalcatura che, al contrario di molti altri concept album, alleggerisce
ed esalta la musica, usando spesso l’ironia, il capriccio e il nonsense.
Ci sarà lo spazio anche per un quarto e un quinto
capitolo della saga. Shapeshifter, pubblicato nel 1992, e Zero To Infinity, del 2000, con
formazioni rimaneggiate ma ancora una sana e ironica visione della musica e del
pianeta Gong. Come ha scritto il Daily Telegraph dopo la morte di Daevid Allen, avvenuta il 13 marzo
2015, “Allen si è divertito ad essere il giullare dell’hippie rock e non ha mai
perso il suo entusiasmo per il potere trascendente dell’esperienza
psichedelica. Una volta ha osservato: la psichedelia per me è un codice per
quella profonda esperienza spirituale in cui esiste un legame diretto con gli
dei. Il fatto che non abbia mai raggiunto la ricchezza e la fama di molti suoi
contemporanei non lo riguardava”.
Fonti
Daevid Allen, Gong Dreaming 1, GAS Publishing
1994
Aymeric Leroy, L’ècole De Canterbury, Le Mot Et
Le Rest, 2016
Graham Bennett, Soft Machine, SAF Publishing,
2005
Michele Coralli, Swingin’
Canterbury, Tuttle Edizioni, 2007
Giancarlo Nanni, Rock Progressivo
Inglese, Castelvecchi, 1998
Al Aprile Luca Mayer, La Musica
Rock-Progressiva Europea, Gammalibri, 1980
Luigi Bontempi, I Racconti Di
Canterbury, Nautilus, 2007
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